Gli azzurri non possono permettersi passi falsi a Oslo il 6 settembre: la squadra Haaland è a punteggio pieno
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E così, anche con un Mondiale mastodontico a 48 squadre, l'Italia rischia ancora di vederselo in tv. Per prima cosa perché cambia poco rispetto al passato: i posti per le europee sono 16 mentre fino a Qatar 2022 erano 13. La situazione è la solita, devi vincere il girone. Il secondo posto ti porta agli spareggi. E su questo argomento sarebbe meglio stendere il classico velo pietoso visto quanto accaduto da quell'Italia-Svezia del 2017. Per non parlare della Macedonia del 2022...
Insomma, si parte subito con l'acqua alla gola. Bisogna non perdere a Oslo a inizio settembre, nella prima partita degli azzurri in vista del 2026. Anzi, sarebbe cosa buona e giusta vincere per portarsi subito in vantaggio sulla Norvegia, la vera avversaria per il primo posto del gruppo, che è già a punteggio pieno dopo due partite dopo la vittoria in Ungheria contro Israele. L'impresa non sembra delle più semplici. I nostri prossimi avversari hanno giocatori di alto livello, altissimo come nel caso di Haaland, e un'organizzazione altrettanto valida. Il ct Solbakken è un ottimo allenatore nonché l'artefice, a inizio carriera, dei cinque campionati su sei vinti alla guida del Copenaghen, portato addirittura agli ottavi di Champions.
La Novegia cerca di sfruttare il più possibile la sua coppia d'oro davanti: lo spauracchio Haaland e Sorloth, attaccante dell'Atletico Madrid. Nel reparto avanzato, insomma, c'è chi sa fare il suo mestiere, soprattutto se è assistito dagli assist del piede sopraffino di Odegaard, centrocampista dell'Arsenal, dei cross di Schjelerup, ala del Benfica, o di Nusa, del Lipsia, dell'esperienza di Thorsby, del Genoa, e del senso tattico di Berg, mediano del Bodø/Glimt, rivelazione dell'ultima Europa League. Spesso è quest'ultimo a piazzarsi davanti alla difesa nel 4-1-3-2 di Solbakken.
Considerando che anche dietro ha giocatori di buon livello, come l'esterno destro del Borussia Dortmund Ryerson e Ostigard, centrale ora al Rennes dopo le esperienze a Genoa e Napoli, si capisce che gli azzurri sono chiamati a un'impresa tutt'altro che semplice. Il pensiero che non è onestamente accettabile la terza mancata partecipazione al Mondiale di fila, può essere un incentivo in più per la nostra Nazionale. O almeno lo speriamo.